CHE COSERA IL MARE
Che cos’era il mare? Aveva
code d’acqua e zampe d’acqua tra le
rocce, levigava i ciottoli, faceva
sigle di luce sulla sabbia: era
profundo ma insensibile, si diceva, e
celibe, individuale, sterile.
In onde riottose o calme
maree saliva e discendeva, circondava
le terre, lui lunare, lui freddo, irreducible
nel suo votarsi al movimento e all’aridità.
Le navi lo solcavano in lunghe scie.
Ore si è persa la memoria delle tempeste
e dei fari, dei velieri e dei transatlantici, dei
naufraghi, dei carichi di porpora e
di carbone, di Tiro, di Londra.
Era profondo ma insensibile, si diceva, dimora
delle conchiglie, delle famiglie dei
pesci, estinte, ora: aveva fondali viscidi, crateri e
alghe, e coralli.
Tagliava i promontori, reggeva le isole.
Giocava, lui muto, sprezzante, inservibile,
felice nei suoi movimenti
vitali.
GIUSEPPE CONTE
(Traducción. Carlos Vitale)
NOTA: De vez en cuando me gusta leer poesía en otros idiomas; el italiano me resulta especialmente próximo y musical. He recogido este poema (sin su permiso) del blog de Antón Castro,
http://antoncastro.blogia.com
que lo toma a su vez del blog de Carlos Vitale en el que se incluyen traducciones de otros poemas en italiano.
http://mail.heraldo.es:6280/exchweb/bin/redir.asp?URL=http://viasole.blogspot.com
Gracias, Antón.
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